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Mare Bandiera
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Mare Bandiera in Franklin, TN
Current price: $11.75

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Size: OS
Catalogo realizzato per la mostra / Catalogue for the exibition
MARE BANDIERA di Patrizia Bonardi
a cura di / curated by Stefano Taccone dal 12 settembre 2020 al 28 febbraio 2021
BACS - Between Contemporary art and sociology
Si tratta ad esempio di una scultura astratta o mimetica? Se ad un primo sguardo saremmo portati ad optare per la prima ipotesi, aiutati sia dai colori franti, sia - in altri frangenti dal monocromo privo di pigmenti - lasciando che la chiara cera d'api coincida con la sua coloritura superficiale, un titolo come Mare bandiera ci suggerisce se non qualcosa di opposto quanto meno qualcosa di diverso. Senz'altro insomma l'arricciarsi relativamente regolare del materiale richiama l'attorcigliarsi delle onde e - perché no? - anche i moti vari di una bandiera turbata dal vento, senonché il mimetismo si ferma appunto qui, non giungendo ad interessare i colori che a questo punto, in quanto pluralità di tinte richiamano le bandiere dei vari popoli e nel contempo richiama le molteplici identità di chi solca il mare - e magari vi trova anche la morte. La policromia diviene insomma metafora di un mare come zona franca, come cerniera tra le terre che è di tutti - e non di nessuno. Il rapprendersi di un materiale primariamente liquido - come liquida è l'acqua del mare - e più ancora la stessa operazione di sezionare il mare, e di scegliere non una sezione di mare-tavola, bensì una sezione di mare-onda, potrebbe funzionare inoltre come una sorta di espediente per esorcizzare quel carattere ambivalente del mare di cui si parlava prima, un tentativo di razionalizzarlo, renderlo più prossimo all'umano, toccabile. È possibile infatti toccare il mare? Sì e no, giacché, nel momento in cui allunghi il palmo della mano per lambire quella superficie che i tuoi occhi avrebbero preventivato di accarezzare, l'acqua già non è più la stessa, come ci insegna circa venticinque secoli fa Eraclito, pur adoperando piuttosto l'esempio del lume. Qui l'onda è solidificata, precisamente collocata in un solo tratto del tempo e dello spazio, pur conservando un segno di potenzialità transeunte.
MARE BANDIERA di Patrizia Bonardi
a cura di / curated by Stefano Taccone dal 12 settembre 2020 al 28 febbraio 2021
BACS - Between Contemporary art and sociology
Si tratta ad esempio di una scultura astratta o mimetica? Se ad un primo sguardo saremmo portati ad optare per la prima ipotesi, aiutati sia dai colori franti, sia - in altri frangenti dal monocromo privo di pigmenti - lasciando che la chiara cera d'api coincida con la sua coloritura superficiale, un titolo come Mare bandiera ci suggerisce se non qualcosa di opposto quanto meno qualcosa di diverso. Senz'altro insomma l'arricciarsi relativamente regolare del materiale richiama l'attorcigliarsi delle onde e - perché no? - anche i moti vari di una bandiera turbata dal vento, senonché il mimetismo si ferma appunto qui, non giungendo ad interessare i colori che a questo punto, in quanto pluralità di tinte richiamano le bandiere dei vari popoli e nel contempo richiama le molteplici identità di chi solca il mare - e magari vi trova anche la morte. La policromia diviene insomma metafora di un mare come zona franca, come cerniera tra le terre che è di tutti - e non di nessuno. Il rapprendersi di un materiale primariamente liquido - come liquida è l'acqua del mare - e più ancora la stessa operazione di sezionare il mare, e di scegliere non una sezione di mare-tavola, bensì una sezione di mare-onda, potrebbe funzionare inoltre come una sorta di espediente per esorcizzare quel carattere ambivalente del mare di cui si parlava prima, un tentativo di razionalizzarlo, renderlo più prossimo all'umano, toccabile. È possibile infatti toccare il mare? Sì e no, giacché, nel momento in cui allunghi il palmo della mano per lambire quella superficie che i tuoi occhi avrebbero preventivato di accarezzare, l'acqua già non è più la stessa, come ci insegna circa venticinque secoli fa Eraclito, pur adoperando piuttosto l'esempio del lume. Qui l'onda è solidificata, precisamente collocata in un solo tratto del tempo e dello spazio, pur conservando un segno di potenzialità transeunte.
Catalogo realizzato per la mostra / Catalogue for the exibition
MARE BANDIERA di Patrizia Bonardi
a cura di / curated by Stefano Taccone dal 12 settembre 2020 al 28 febbraio 2021
BACS - Between Contemporary art and sociology
Si tratta ad esempio di una scultura astratta o mimetica? Se ad un primo sguardo saremmo portati ad optare per la prima ipotesi, aiutati sia dai colori franti, sia - in altri frangenti dal monocromo privo di pigmenti - lasciando che la chiara cera d'api coincida con la sua coloritura superficiale, un titolo come Mare bandiera ci suggerisce se non qualcosa di opposto quanto meno qualcosa di diverso. Senz'altro insomma l'arricciarsi relativamente regolare del materiale richiama l'attorcigliarsi delle onde e - perché no? - anche i moti vari di una bandiera turbata dal vento, senonché il mimetismo si ferma appunto qui, non giungendo ad interessare i colori che a questo punto, in quanto pluralità di tinte richiamano le bandiere dei vari popoli e nel contempo richiama le molteplici identità di chi solca il mare - e magari vi trova anche la morte. La policromia diviene insomma metafora di un mare come zona franca, come cerniera tra le terre che è di tutti - e non di nessuno. Il rapprendersi di un materiale primariamente liquido - come liquida è l'acqua del mare - e più ancora la stessa operazione di sezionare il mare, e di scegliere non una sezione di mare-tavola, bensì una sezione di mare-onda, potrebbe funzionare inoltre come una sorta di espediente per esorcizzare quel carattere ambivalente del mare di cui si parlava prima, un tentativo di razionalizzarlo, renderlo più prossimo all'umano, toccabile. È possibile infatti toccare il mare? Sì e no, giacché, nel momento in cui allunghi il palmo della mano per lambire quella superficie che i tuoi occhi avrebbero preventivato di accarezzare, l'acqua già non è più la stessa, come ci insegna circa venticinque secoli fa Eraclito, pur adoperando piuttosto l'esempio del lume. Qui l'onda è solidificata, precisamente collocata in un solo tratto del tempo e dello spazio, pur conservando un segno di potenzialità transeunte.
MARE BANDIERA di Patrizia Bonardi
a cura di / curated by Stefano Taccone dal 12 settembre 2020 al 28 febbraio 2021
BACS - Between Contemporary art and sociology
Si tratta ad esempio di una scultura astratta o mimetica? Se ad un primo sguardo saremmo portati ad optare per la prima ipotesi, aiutati sia dai colori franti, sia - in altri frangenti dal monocromo privo di pigmenti - lasciando che la chiara cera d'api coincida con la sua coloritura superficiale, un titolo come Mare bandiera ci suggerisce se non qualcosa di opposto quanto meno qualcosa di diverso. Senz'altro insomma l'arricciarsi relativamente regolare del materiale richiama l'attorcigliarsi delle onde e - perché no? - anche i moti vari di una bandiera turbata dal vento, senonché il mimetismo si ferma appunto qui, non giungendo ad interessare i colori che a questo punto, in quanto pluralità di tinte richiamano le bandiere dei vari popoli e nel contempo richiama le molteplici identità di chi solca il mare - e magari vi trova anche la morte. La policromia diviene insomma metafora di un mare come zona franca, come cerniera tra le terre che è di tutti - e non di nessuno. Il rapprendersi di un materiale primariamente liquido - come liquida è l'acqua del mare - e più ancora la stessa operazione di sezionare il mare, e di scegliere non una sezione di mare-tavola, bensì una sezione di mare-onda, potrebbe funzionare inoltre come una sorta di espediente per esorcizzare quel carattere ambivalente del mare di cui si parlava prima, un tentativo di razionalizzarlo, renderlo più prossimo all'umano, toccabile. È possibile infatti toccare il mare? Sì e no, giacché, nel momento in cui allunghi il palmo della mano per lambire quella superficie che i tuoi occhi avrebbero preventivato di accarezzare, l'acqua già non è più la stessa, come ci insegna circa venticinque secoli fa Eraclito, pur adoperando piuttosto l'esempio del lume. Qui l'onda è solidificata, precisamente collocata in un solo tratto del tempo e dello spazio, pur conservando un segno di potenzialità transeunte.